La scuola che vorrei – Intervista a Daniele Barca

(Tell me) Now! : Roma, 22-23 marzo, appuntamento immancabile su scuola e innovazione
Intervista a cura di Matteo Bensi
Il 22-23 marzo 2019 a Roma nuovo appuntamento per tutti gli insegnanti su scuola e innovazione. Si può dedurre che il bilancio del convegno di Modena del 2-3 marzo scorso sia stato positivo?
Complimenti intanto a quelli che c’erano! Secondo me i presenti hanno apprezzato il ritmo, l’utilità, la competenza e più in generale un’idea di scuola piantata nelle radici, con lo sguardo aperto al futuro, ma realizzabile. Insomma una scuola WOW ma soprattutto fattibile, quindi NOW… autorevole e leggera, cioè con serietà ma anche un po’ di levità. Così, sull’onda dell’entusiasmo di quanti ci hanno sostenuto durante e dopo l’edizione 2018, si è pensato di rendere tutti protagonisti. Mentre compiamo l’ultimo miglio dell’innovazione, del coinvolgimento piccolo e grande di tante realtà di scuola, quest’anno chiediamo di raccontarlo, ecco perché (Tell me) Now 2019: vediamoci per capire a che punto siamo e per raccontarlo.
Che cosa si sono portati a casa gli insegnanti che hanno partecipato alle giornate di Modena e che cosa si possono aspettare coloro che parteciperanno a (Tell me) Now 2019?
Secondo me i partecipanti all’esperienza dello scorso marzo hanno incontrato dei “sognatori con il righello”, uomini e donne che dal palco o dalle aule hanno fatto intravedere visioni di scuola in dimensioni davvero operative. E noi che abbiamo predisposto il filo conduttore dell’incontro, lo abbiamo fatto pensando a un arrivederci. Abbiamo sperato che almeno una delle idee emerse nella due giorni potesse essere realizzata nei mesi successivi in classe o a scuola. Credo che ciò sia avvenuto. E proprio per questo motivo abbiamo pensato che sarebbe bello fare un sondaggio. In genere si chiede com’è andato il meeting, sarebbe invece meglio chiedere: com’è stato il ritorno a scuola? Ecco, (Tell me) Now vorrebbe essere proprio questo, un po’ come una playlist della scuola che vorrei: qualche grande classico, con protagonisti già visti e apprezzati nel 2018; qualche emergente per darci la bussola sulla scuola oggi; qualche divergente (cose mai viste e mai fatte, per lo meno a scuola…). Perché innovare è imparare quotidianamente, governare il sistema, raccontare le idee.
L’innovazione, nel convegno precedente è stata raccontata con cinque parole: quotidiano, veloce, lento, idea, persona. Che cosa ci accompagnerà quest’anno all’appuntamento con Now 2019?
La parola sarà sempre al centro dell’evento, della preparazione, delle relazioni e dei laboratori. Ma siccome più parole fanno un racconto e la parola ha un suono, vogliamo evolverci, come le prime donne e i primi uomini che scoprivano i tratti del carbone sulle pareti della grotta e poi iniziavano a disegnare con un segno animato e coerente. Allora “tirate fuori” dai vostri pc, diari, librerie, zaini, il titolo di un libro qualsiasi e di una canzone che raccontino la vostra idea di scuola, il vostro modo di essere scuola.
Il numero di Vita Scolastica sul quale appare questa intervista ha come tema centrale “Le arti in gioco”: arte e immagine, musica, movimento… di solito poste in secondo piano nel curricolo scolastico. Come dirigente scolastico lei è d’accordo con questa osservazione? E a questo riguardo che cosa può raccontarci del suo Istituto?
Partirei da una domanda: che cosa mettiamo in risalto oggi dei nostri studenti? La mente, nel senso più ampio di capacità intellettive, ragionamento, memoria ecc. e la mano, come strumento di scrittura. Sono le dimensioni che, in genere, sappiamo meglio valutare. Ma i nostri bambini e ragazzi sono qualcosa di più, un’unità inscindibile di movimento, sentimento, manualità, desiderio. Nel mio Istituto abbiamo fatto delle scelte per valorizzare in parallelo talenti degli studenti e talenti dei docenti, perché solo se capiamo che la scuola è lo spazio della valorizzazione di quel che siamo, allora possiamo creare le condizioni di attivazione, l’innesco dei talenti dei nostri ragazzi. Quindi è necessario partire dalla didattica attiva, sia in momenti formalizzati che in momenti extracurricolari, validando in questi ultimi anche i risultati in funzione della certificazione delle competenze.
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